01/05/2022
La prestazione di un runner è facilmente misurabile attraverso il tempo che impiega a percorre una certa distanza.
Ma non è altrettanto semplice identificare tutti i fattori che permettono ad un runner di migliorare la prestazione.
Immaginiamo alcune tipiche situazioni dove, ad esempio, una persona a cui piacerebbe iniziare a correre, non lo fa perché durante le poche esperienze di corsa passate, si è sentito impacciato, ha provato dolore o addirittura infortuni.
Pensiamo anche a runner più esperti che non riescono a sfondare il muro del loro record personale, nonostante anni di intensi allenamenti strutturati su questo obiettivo.
Capita molto di frequente anche, che un runner si infortuni ad intervalli più o meno regolari, rovinando l’esperienza delle piacevoli sensazioni regalate dalla corsa.
È da queste situazioni che nasce l’esigenza di indagare, attraverso la videoanalisi e l’ausilio di specifici sensori, quali fattori possano aiutarci a migliorare la prestazione e prevenire gli infortuni. Ampliando il raggio d’azione, nasce possibilità di intervenire su carenze connesse con l’efficenza del gesto, come la corretta biomeccanica, la postura, la tecnica di corsa ed eventuali fattori strutturali.
Maggiore è il ventaglio di dati e la precisione con cui vengono raccolti, maggiormente saranno mirati gli esercizi funzionali a trasformare i punti deboli in nuovi punti di forza.
l’intento di questo articolo è di spiegare il significato parametri misurabili attraverso i sensori e come possiamo interpretare dati.
Il passo é la misura della velocità di corsa in min/km, calcolabile moltiplicando la lunghezza del passo con la cadenza.
Lunghezza del passo: distanza tra due appoggi successivi dello stesso piede. Ha un range tipico di 1,5-3 metri.
La cadenza è il numero di appoggi al minuto. Secondo le statistiche la cadenza ideale per corse lunghe è di 180 Step/min, a pari velocità, runner esperti hanno cadenza più alta rispetto ai runner meno esperti.
Con una minore lunghezza del passo e una maggiore cadenza, diminuiscono le forze di impatto, e di conseguenza il rischio di infortunio.
Durante una corsa possiamo monitorare la strategia di cambio delle variabili ad esempio nei passaggi da corsa lenta a corsa media e da corsa media a sprint. Oppure quale variabile tra cadenza e lunghezza del passo aumenta per tenere il passo in fase di stanchezza.
Tempo di contatto (ms)
Gli sprinter hanno un tempo di contatto tra 115 e 150 ms, mentre i Distance runner hanno un range tra 170ms a 400ms. Inoltre runner esperti tendono ad avere minore tempo di contatto e in generale diminuisce con l’aumentare del passo.
È interessante monitorare come il tempo di contatto cambia in relazione alla fatica e se aumentano le forze di impatto con l’aumentare del tempo di contatto e del passo.
Se con l’avanzare del tempo, il tempo di contatto diminuisce a parità di passo, è un buon indice di miglioramento dell’efficienza se invece aumentano le forze di impatto nonostante il tempo di contatto diminuisca, può esssere indice di aumento dello sforzo della corsa e di minore economicità.
Fase di volo
Percentuale di tempo senza contatto con il suolo.
Un range tipico va da 0 (cammino) a 50% ed è una misura composta dal tempo di contatto e cadenza. Runner efficienti hanno una maggiore percentuale di fase di volo.
Attraverso i sensori è possibile osservare se la fase di volo cambia al variare di fattori come il terreno, il passo di corsa, la calzatura e la fatica.
Shock
È una misura composta da una variabile verticale (impatto al suolo) e una orizzontale (forze di frenata) al momento del footstrike.
Ogni passo causa un lievissimo danno al sistema muscoloscheletrico e se questi microtraumi vengono accumulati prima che il corpo sia in grado di riparare se stesso, il rischio di traumi aumenta.
Lo stile di corsa è in grado di modulare la distribuzione delle forze d’impatto sull’apparato muscolo scheletrico e il tipo di infortunio che si potrebbe verificare.
Quando il piede impatta il terreno subisce una rapidissima variazione di velocità (da 1m/s a 0 in pochi millisecondi).
La magnitudo delle forze che impattano sul corpo ad ogni passo di corsa ammonta a circa 2,5 volte il peso del corpo.
Durante una corsa è importante monitorare come cambia lo shock in relazione alla fatica e la correlazione tra forze d’impatto, tempo di contatto e passo.
Gioca un ruolo fondamentale anche il tipo di calzatura, l’invecchiamento della stessa e il tipo di terreno.
Tipo di appoggio
Possiamo definire 3 principali categorie di appoggio: tallone, mesopiede, avampiede.
Durante una corsa la velocità, le calzature e il terreno possono influenzare il tipo di appoggio.
Infortuni nella zona del ginocchio e dell’anca sono caratteristici dell’appoggio di tallone, mentre l’appoggio di avampiede provoca affaticamento al tendine d’achille, polpaccio e infortuni al metatarso. Il Mesopiede ha caratteristiche in comune con entrambi gli appoggi.
Per scoprire come la postura e la tecnica di corsa possono influenzare l’appoggio vedi articolo: “tecnica di corsa, perché è importante?”
Pronazione
Misura l’ampiezza in gradi del movimento angolare di rollio verso l’interno, dall’appoggio al punto di massima pronazione. È stimato misurando l’angolo della parte posteriore del piede durante il contatto col terreno nella camminata e nella corsa.
La pronazione è etichettata come un potenziale indicatore di infortunio da sovraccarico. Tuttavia è un movimento naturale ed è un fattore di assorbimento dello shock al footstrike.
La velocità, il terreno e le calzature influenzano il grado di pronazione.
Un cambiamento dei valori di pronazione può essere un crollo dei supporti della calzatura o indicare un rischio di infortuni.
Attraverso i sensori possiamo monitorare se il grado di pronazione rimane all’interno di un range fisiologico di circa -20°
Velocità di pronazione
È la misura della massima velocità angolare di pronazione tra il footstrike e il punto di massima pronazione. Il Range varia da 200 a più di 1000 °/sec.
La massima velocità di pronazione è influnzata da vari fattori come il passo di corsa, il terreno, il tipo di appoggio e la calzatura.
Alcune ricerche affermano che la massima velocità di pronazione è correlata con il rischio di infortuni.
Durante una corsa è utile monitorare come i diversi terreni e la velocità impattano sulla velocità di pronazione, la correlazione tra tempo di contatto e velocità di pronazione e il confronto dei dati con e senza supporti biomeccanici.
La simmetria dei valori tra piede sinistro e destro
In generale le asimmetrie nel corpo sono fattori di rischio infortunio. Attraverso i sensori possiamo identificare aree che possono necessitare di terapia fisica o correzioni con supporti biomeccanici, valutare l’impatto dell’infortunio sulla biomeccanica del gesto e tracciare i miglioramenti del recupero infortuni.
I Runner posso utilizzare queste misurazioni per:
Valutare come queste misure crollano con la fatica e creare quindi un programma di allenamento per abbattere la fatica
Usare le misurazione per scegliere calzature ed eventuali supporti biomeccanici
Identificare fattori di rischio infortuni come cambiamenti di movimento improvvisi o frequenti
Identificare come il movimento cambia col cambiare del passo o del terreno.
Identificare asimmetrie nelle misurazioni del movimento che può aiutare, sia nella prevenzione infortuni che nel recupero infortuni.
Possiamo concludere affermando che questi dati ci permettono di aggiungere, alle classiche tabelle di allenamento strutturate su volumi e intensità, un tassello fondamentale per ottimizzare il gesto atletico della corsa verso la massima efficenza, attraverso esercizi mirati ed eventuali supporti biomeccanici ad hoc.
Riprogramma i tuoi movimenti e ricostruisci il tuo corpo perché sia
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